Un giorno mio marito ha usato un programma di ritocco fotografico per levare ogni imperfezione al mio viso: non ero più io, semplicemente.
La soggettività è fatta di differenze, e essere unici è una meraviglia.
Nessuno è come noi, nessuno può nemmeno lontanamente immaginare la complessità di come siamo.
MA
Ma noi abbiamo bisogno di essere sociali per sopravvivere.
Abbiamo bisogno di chi coltiva il grano e di chi fabbrica le case, di chi pulisce e di chi gestisce. E allora la sopravvivenza dipende dal grado di accettabilità che abbiamo all’interno del gruppo. Gli esiliati, nei tempi antichi, erano destinati a non sopravvivere.
Così siamo biologicamente programmati a giudicarrci e giudicare secondo un metro che è più forte della volontà, perchè la sopravvivenza è più forte della volontà.
Volete una prova?
Domattina uscite con i calzini spaiati, o con la camicia sgualcita. Nessuno lo noterà, ma voi vi sentirete fuori posto per i primi minuti (sempre che ci riusciate, io faccio un’emorme fatica e spesso non riesco)
Cosa centra con il corso di ginnastica?
Bisogna fare la cosa giusta, il movimento giusto, l’alimentazione giusta…
NO
Io non vi guardo, non vi controllo, vi suggerisco dove guardare per ascoltarvi.
L’unica cosa che cerco di vedere è se riuscite ad uscire dallle vostre personali rigidità, per ritrovare una prospettiva più libera.
Tutti, proprio tutti, usano il giudizio, verso se stessi o verso gli altri.
Ogni giudizio è una rigidità.
Della spalla, della schiena, del ginocchio.
Vogliamo fare la cosa giusta.
NO
Il corpo vuole accompagnarci a ritrovare un senso oltre il giusto e sbagliato.
A farci amare per quello che siamo. Se lo perdoniamo, ci perdoniamo.