Quando c’è un dissesto idrogeologico dovuto a una cattiva o assente manutenzione del territorio, tutti accusiamo la mancanza di lungimiranza degli amministratori.
Ma se tutti i soldi e le risorse vengono impegnate per tamponare e riparare i danni acuti del dissesto? Come si fa manutenzione?
Se non si riesce a fare prevenzione, sempre si rischierà il danno, alle volte grave.
E allora come si può fare?
Vi pongo la stessa domanda nell’ambito di una geografia diversa, quella del corpo.
La medicina insegue i danni, si specializza nel gestire il danno grave,
fa prevenzione nel cercare le crepe che possono allargarsi e cedere.
Ma la manutenzione ordinaria?
Non c’è tempo, non ci sono risorse.
E’ più eroico ed eccitante essere soccorritori al fronte, anche perché ti riconscono i successi e le sconfitte si diluiscono all’interno del danno già fatto.
Igiene e medicina preventiva? Chi ha tempo? Un utopia?
Cominciamo con un semplice esempio: il mal di schiena cronico.
Quali le cure?
Quali le percentuali di successo?
Quante risorse economiche impiegate rispetto al vantaggio ottenuto?
Farmaci, riposo e ciclo di sedute di….
Qualcuno fa rieducazione, ma pochi con efficacia.
Una macchina da guerra dispiegata per conquistare pochi metri.
Tanto tempo e tante risorse.
(e forse anche interessi? cerco di non essere cinica, ma alle volte mi scappa)
Seguite la traccia del mal di schiena, troverete alcuni spunti interessanti.