Il corpo umano è meraviglioso
Non basta una vita per approfondire ogni singolo distretto funzionale del corpo
E ancora abbiamo moltissimo da scoprire
Ma più andiamo nello specifico, meno abbiamo la visione di insieme
Le specialità della medicina e della chirurgia che si incanalano nello studio chimico e tecnologico di terapie salvavita
Il mio “primo amore” è stato il rene e subito dopo il cuore, la genialità della risoluzione all’adattamento, capire il senso di ogni singolo distretto è stato il viaggio di questi 40 anni, perchè sapere tutto è impossibile, ma capire è un’altra cosa.
La funzione del polmone è stata un’illuminazione sulla via di Damasco, poi altre scoperte fantastiche, da qualche anno ripercorse attraverso l’embriologia. Ultima grande meraviglia il sistema delle fasce e tutto ciò che è di origine mesenchimale, la sua logica.
Rimanere confinati porta approfondimenti,
ma difficilmente apporta novità, aria fresca a cui attingere.
Avere preconcetti…. anche ad esempio l’effetto placebo, al posto di antagonizzarlo e renderlo antitetico alla terapia, perchè non integrarlo a partire dal suo reale meccanismo di azione fisiologico
Ogni distretto una meraviglia,
ma tutti interagiscono tra di loro e concorrono alla mia identità
La mia gastrite ha un quadro istologico e clinico comune ad altri pazienti, ma la genesi è diversa per ciascuno
A me sembra riduttivo proporre terapie mediche che non contemplino l’analisi delle cause, alla lunga è quasi una sconfitta della medicina stessa
…
Girano immani quantità di interessi farmacologici e tecnici che salvano vite, ma spendiamo altrettante immani quantità di spesa pubblica a rimncorrere patologie croniche “banali”
Metodi antichi e moderni, ognuno cura qualcosa, nessuno è infallibile
Ma se io studio sulle forti spalle dei grandi, famosi o meno, della storia della medicina, posso condividere le mie considerazioni piccine con i miei colleghi contemporanei, riunire le forze cambiare per un attimo prospettiva per capire meglio
Se io rimango dentro un metodo, un’ortodossia, un assioma, rimango legato ad un unico punto di vista e potrò vedere solo una fetta della realtà
Capire altre prospettive
Ognuno continua nel proprio campo, nella propria identità professionale e culturale, ma consapevole che il proprio è solo uno dei punti di vista, può incrociare quelli altrui per ampliare gli orizzonti.
Riunire le forze, il protagonismo non ha più senso perchè ciascun innovatore ha come radici secoli di fondamenta gettate da altri
Il giusto merito, la ricompensa per il proprio lavoro, insegnare le proprie competenze, renderle solide dentro una cornice riconoscibile, ma poi lasciarsi contaminare, cercare il discorso complementare al proprio per completare la visione di insieme.
L’assioma dello Judo: ” noi e gli altri insieme per progredire” insegna ad ogni judoka che ogni cintura nera è solo all’inizio del proprio apprendere e che anche il novellino con una cintura bianca può insegnarci qualcosa.
Insieme, ognuno la propria identità. Come il corpo umano, ognuno essenziale.
Il cervello, il cuore, il polmone il sistema digerente il fegato il sistema emopoietico, il sistema immune, l’emuntorio renale, il sistema endocrino a cosa servono, letteralmente a cosa servono?
Servono a mantenere la sopravvivenza di un individuo in un contesto mutevole e imprevedibile e questa sopravvivenza è imprescindibile dal movimento, dall’azione all’interno dell’ambiente e allora ogni singolo organo concorre al funzionamento adattativo e al funzionamento di ossa, muscoli, fasce che rappresentano noi come espressione soggettiva.
Ogni singolo sistema interno è finalizzato al protagonista, l’azione nel mondo
E la quantità di recettori che afferisce al controllo centrale dall’ambiente dell’azione, a partire dal l’equilibrio bipede che ci costa tantissimo, ci dice che queste informazioni possono essere modulate per riequilibrare tutti gli altri organi, il sistema neuromuscolo scheletrico modula potentemente il sistema autonomico che è in relazione diretta e immediata col sistema limbico e col sistema muscolare il via efferente
Sinergia, gruppi di studio, quello che a noi italiani rimproverano è il protagonismo, ecco nessun organo o sistema è protagonista, ognuno concorre a fare di noi esseri umani
e ogni specialista studia prima l’insieme per poi dimenticare l’insieme, sceglie di approfondire, ma poi il senso deve tornare a casa. Altrimenti siamo tecnici medici che perdono la prospettiva.