Il nostro corpo si tiene in equilibrio e solleva pesi malgrado la sua morfologia verticale e complessa: siamo in equilibrio su due palline da ping pong.
Guardiamo un’immagine del nostro scheletro, le palline da ping pong sono le teste dei femori, sopra e sotto il legno vivo, ma passivo di tante ossa in equilibrio precario e improbabile.
Come facciamo a danzare sulla punta di un piede solo?
Ci mettiamo un anno per imparare a camminare, perche dobbiamo apprendere una coordinazione motoria complessa in risposta a stimoli esterni che dobbiamo codificare e interpretare.
Gli schemi motori fondamentali ci permettono di camminare, afferrare. Questi schemi rimangono indelebili nei nostri circuiti cerebrali, ma vengono modulati, adattati alla nostra vita soggettiva.
Se sono una sportiva o se studio molto a tavolino, se sono timida o estroversa, il mio corpo adatta la postura alle circostanze.
Vivendo rispondiamo a milioni di stimoli, creiamo abitudini.
I ragazzi che stanno asfaltando le loro connessioni neuronali (fino a circa 23 anni il cervello sta ancora maturando, la corteccia prefrontale è l’ultima a mielinizzare) hanno ancora la plasticità, possono ancora modellare i loro schemi.
Noi, non più giovani, dovremmo lavorare diverse ore al giorno per anni per cambiare gli schemi dei movimenti posturali nel nostro cervello.
Una fatica immane e sprecata:
ma dalla nostra abbiamo la startegia che supplisce la fatica.
Così come evitiamo le complicanze della pressione alta con una pillolina tutti i giorni, così come suppliamo al nostro limite di memoria con i libri, le agende, le schede di memoria e le banche dati, possiamo anche aggiungere brevi e costanti routine giornaliere volontarie che suppliscono alla modulazione degli schemi motori per via biologica.
Motivazione?
Porre le basi per vivere i prossimi 20-30 anni senza problemi, o minimizzando i problemi che possono insorgere con l’età.
Non posso rimandare a domani, perchè domani è già tardi, ‘domani’ ce lo diciamo troppe volte.